Il mondo delle cryptovalute è nuovo, e negli ultimi anni si sono diffuse molte interpretazioni diverse riguardo agli adempimenti fiscali.

Sulla base delle interpretazioni più recenti ed autorevoli (link), si può ritenere che:

  • il possesso di cryptovalute comporti l’obbligo di dichiarazione ai fini del “monitoraggio fiscale” (quadro RW) indipendentemente dall’importo detenuto (senza soglie minime);
  • i guadagni realizzati attraverso l’acquisto e la vendita di cryptovalute siano imponibili quali “redditi diversi” (art. 67 TUIR, comma 1 lett. c-ter), se la detenzione ha superato la soglia di 51.645 Euro per 7 giorni lavorativi continui nel corso dell’anno;

Queste regole sono in vigore da molti anni: chi ha detenuto cryptovalute e non le ha rispettate, anche se in buona fede, ha compiuto delle infrazioni che potrebbero portare a contestazioni.

Non preoccuparti!

La legge consente di sanare le irregolarità attraverso il “ravvedimento operoso” (art. 13 del Dlgs. n° 472 del 1997).

Si tratta di una procedura che prevede:

  1. La presentazione, per ogni anno d’imposta, di una nuova dichiarazione corretta, in cui siano riportate le crypto detenute (quadro RW) e le eventuali plusvalenze realizzate
  2. Il pagamento delle imposte eventualmente dovute
  3. Il pagamento delle sanzioni in misura ridotta (di solito 1/6 o 1/7 del minimo previsto dalla legge). Per una stima approssimativa clicca qui.

Cosa possiamo fare per te.

Possiamo innanzitutto aiutarti a ricostruire la situazione e capire se ci sono irregolarità da sanare.

Nel caso, possiamo stimare i costi della regolarizzazione e fornire al tuo commercialista di fiducia i conteggi necessari per integrare le tue vecchie dichiarazioni.

Se preferisci avere una assistenza completa, possiamo seguire l’intera procedura.

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